FERRARI: LE DIMISSIONI DI BINOTTO, UN PROBLEMA NON FACILE DA RISOLVERE PER LA FERRARI

29/11/22

«Con il dispiacere che ciò comporta, ho deciso di concludere la mia collaborazione con Ferrari. Lascio un’azienda che amo, della quale faccio parte da 28 anni, con la serenità che viene dalla convinzione di aver compiuto ogni sforzo per raggiungere gli obiettivi prefissati. Lascio una squadra unita e in crescita. Una squadra forte, pronta, ne sono certo, per ottenere i massimi traguardi, alla quale auguro ogni bene per il futuro. Credo sia giusto compiere questo passo, per quanto sia stata per me una decisione difficile. Ringrazio tutte le persone della Gestione Sportiva che hanno condiviso con me questo percorso, fatto di difficoltà ma anche di grandi soddisfazioni».
 

E’ stato lo stesso responsabile della Gestione Sportiva stoppare voci e indiscrezioni sul suo ‘divorzio’ con il Cavallino. Mattia Binotto, 53 anni, dall’età di 25, dopo la laurea in ingegneria, nel cuore pulsante della Casa di Maranello. Entrato in Ferrari nel 1995 come motorista per la squadra test, dal 1997 al 2003 alla Squadra Corse dall’anno successivo responsabile dei motori di gara dal 2007 capo ingegnere, corse e montaggio. Ha vissuto da protagonista tutta l’era Schumacher. Poi il tecnico nato a Losanna ma di famiglia reggiana, ha scalato le gerarchie nell’organigramma sportivo, diventando nel 2009 capo operazione motori e Kers, e poi direttore del reparto power unit nel 2014, sino a sostituire James Allison come direttore tecnico nel 2016 e successivamente Maurizio Arrivabene nel ruolo di team principal dal 2019. Rimarrà alla Ferrari sino al 31 dicembre prossimo, quando probabilmente verrà annunciato il suo successore, mentre lui, molto probabilmente, se vorrà, non avrà problemi ad accasarsi altrove.  Per il momento la Ferrari si è limitata a ringraziarlo per l'opera svolta in tanti anni di lavoro. Si parla ancora di una candidatura in Ferrari del francese Frederic Vasseur, ma nulla è al momento scontato.
 

L’uscita di scena di Binotto è dovuta a non pochi fattori. E non soltanto a problemi legati ai risultati. A deteriorare i rapporti del tecnico con i vertici dell’azienda, ci sono state discussioni, divergenze di opinioni, forse anche legati a una convivenza diventata difficile con Charles Leclerc. Del resto - questa è una mia opinione - non è semplice gestire un team che oltre al fuoriclasse monegasco vanta la presenza di un pilota dalle qualità innegabili come Carlos Sainz, che nella sua mente ha gli stessi obiettivi del compagno di squadra. Può anche darsi che la Ferrari abbia chiesto a Binotto di lasciare a casa alcuni dei suoi più stretti collaboratori. Ma non è semplice in un ambiente considerato una ‘famiglia’, con persone che hanno lavorato insieme per tanto tempo. Bisognerebbe essere più cinici ed è sicuro che Binotto, almeno per quanto mi risulta, sia un tagliatore di teste accanito. Adesso resta il compito più complicato per il Presidente John Elkann e l’amministratore Delegato Benedetto Vigna. Scegliere un nuovo team principal (non ce ne sono tanti sul mercato...) e non sbagliare. Ce ne sono stati 4 in nove anni e nessuno ha raggiunto gli obiettivi richiesti, anche dai tifosi.
 

Cristiano Chiavegato

 

 

 

 



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