SECONDA DOPPIETTA RED BULL, PEREZ BLOCCA LA RIMONTA DI VERSTAPPEN, LA FERRARI ARRANCA

19/03/23

 

Una corsa folle, il Gran Premio d’Arabia. Ma limitata soprattutto alla Red Bull. Al termine di un duello a colpi di giri veloci, Sergio Perez ha battuto il compagno di squadra Max Verstappen, negandogli la soddisfazione di vincere una gara partendo dal 15° posto. Un’altra doppietta del team austriaco dopo quella ottenuta in Bahrain. Il campione olandese é riuscito comunque a fare un dispettuccio al pilota messicano, che comunque ha ottenuto la sua 5.a vittoria in F1: segnando il record sul giro all’ultimo passaggio Max ha messo in cassaforte il punto addizionale che avrebbe consentito al compagno di squadra di diventare per la prima volta il leader del Mondiale, posizione che resta nelle mani di Max per 44 a 43.
 

Dietro ai due combattenti, Alonso si é piazzato terzo, Poi lo hanno retrocesso al quarto posto, perché nel pit stop durante il quale avrebbe dovuto scontare una penalizzazione di 5’’ per essere scattato al via oltre la linea di partenza della sua vettura. A quel punto la Direzione gara gli ha inflitto un carico di 10’’ perchè i meccanici hanno messo il crik sotto la vettura prima del tempo. Successivamente, dopo circa due ore, a seguito del reclamo dell’Aston Martin, ha reintegrato la posizione dello spagnolo. Quindi Fernando é risultato terzo come aveva passato il traduardo conquistando idealmente (perché era già in viaggio per tornare a casa) il 100° podio deklla sua carriera. Questo uno degli episodi sconcertanti successi in un Gran Premio pieno di sorprese e tutto sommato per certi versi spettacolare. Così Russell risulta nuovamente quarto e in classifica ha preceduto Hamilton, seguito da Sainz e Leclerc.
 

Dopo questa corsa non mi resta, tuttavia, che lanciare un allarme. Se non ci saranno impensabili cambiamenti di prestazione, dovremo accontentarci di vivere tutto il campionato assistendo ai duelli interni della squadra diretta da Christian Horner. Se guardiamo a quanto é successo nella gara, la Red Bull ha inflitto agli avversari dei distacchi impressionanti. A questo punto appare chiaro che la RB19 ha una marcia in più. Se é vero, come qualcuno sostiene che il mago dei progettisti Adrian Newey, si é ispirato alla vela, cioè alla Coppa America, per la quale sta lavorando, e ha disegnato il fondo della monoposto con una forma che potrebbe imitare l’effetto di una chiglia, si potrebbe immaginare le macchine di Vertappen e Perez come delle barche con i foil (quelle appendici aerodinamiche che fanno volare le barche sull’acqua) mentre quelle normali devono affrontare le onde. Fantascienza? Può essere.
 

Ma quando si hanno anche 2 secondi di margine sul giro in gara, c’é qualcosa di veramente speciale nella Red Bull. Tenendo presente però che una certa parte nelle prestazioni c’é anche la power unit, che ufficialmente é prodotta in Inghilterra dal team, ma sotto la supervisione della Honda. Che si tratti di un motore molto competitivo lo si capisce anche dalle accelerazioni, dalla consistenza delle prestazioni che partono anche dalla parte elettrica, dalla velocità di punta. Si é vista bene la fatica che ha fatto Magnussen con la Haas motorizzata Ferrari per superare l’Alpha Tauri di Tsunoda che ha la stessa propulsione della Red Bull.
 

I conti sono presto fatti. Non ci sono più dubbi la Ferrari, al momento é la quarta forza del campionato, alle spalle di Red Bull, Aston Martin e Mercedes. Parlano i numeri: Sainz sesto staccato di 35’’, settimo Leclerc (che pure é stato all’altezza della situazione recuperando posizioni dalla partenza). Bisogna dire che la Scuderia é stata penalizzata a un certo punto quando é entrata in pista la Safety Car, al 18° giro, a causa di uno ‘strano’ problema di Stroll che ha fermato la sua Aston Martin lungo il circuito. Forse il canadese avrebbe potuto raggiungere una via di fuga, ma dalla squadra gli hanno intimato: «stai lì, non muoverti». Leclerc e Sainz avevano appena fatto il loro pit stop per cambiare le gomme e sono retrocessi, mentre i rivali andando ai box per la stessa operazione non hanno perso tempo in regime di Safety. Ci sarebbe da discutere su questa manovra dell’Aston Martin. Un piccola nota positiva: quando sono state montate le Pirelli dure, le SF23 hanno mantenuto un ritmo decente, senza accusare un solito eccessivo deterioramento. Ma, come ha spiegato bene Leclerc, «c’é molto da lavorare». Il monegasco non ha nascosto tuttavia che l’obiettivo possibile é quello di tornare al livello di Aston Martin e Mercedes. Raggiungere la Red Bull é inimmaginabile. Per fortuna di Maranello mancano due settimane alla prossima gara in Australia, per cercare di trovare delle soluzioni per sfruttare le potenzialità della Ferrari.
 

Cristiano Chiavegato

 

LA CLASSIFICA

1. Perez (Red Bull) 50 giri in 1h21’14’’894; 2. Verstappen (Red Bull) a 5’’355; 3. Alonso (Aston Martin) a 20’’728, 4. Russell (Mercedes) a 25’’866; 5. Hamilton (Mercedes) a 31’’065; 6. Sainz (Ferrari) a 35’’876; 7. Leclerc (Ferrari) a 43’’162; 8. Ocon (Alpine) a 52’’832; 9. Gasly (Alpine) a 54’’747; 10. Magnussen (Haas) a 1’04’’826; 11. Tsunoda (Alpha Tauri) 1’07’’494; 12. Hulkenberg (Haas) 1’10’’588; 13. Zhou (Alfa Romeo) 1’16’’060; 14. De Vries (Alpha Tauri) 1’17’’487; 15. Piastri (McLaren) 1’25’’021; 16. Sargeant (Williams) 1’26’’293; 17. Norris (McLaren) 1’26’’445; 18. Bottas  (Alfa Romeo) 1 giro, 29’’584. Albon (Williams) e Stroll (Aston Martin) ririrati.

 



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