Testadoro Essenziale, così nascevano le fuoriserie

10/04/23



E' una mostra-performance battezzata "Arte di Boita". Al Museo dell'Automobile di Torino sta nascendo una berlinetta costruita con i sistemi artigianali che esaltavano le officine di una volta, dove esperti modellatori e battilastra concepivano le fuoriserie. Le "Boite" erano appunto quegli atelier  sofisticati di un mondo oggi scomparso e la versione in clay della vettura costituiva la tappa decisiva prima della produzione in serie.

 

Lo scenario viene replicato grazie al marchio Testadoro, riportato alla vita e rilanciato dall'imprenditore Dario Pasqualini. Il quale creerà, con i metodi artigianali di un tempo, una sua vettura, la berlinetta Testadoro Essenziale. Questa è "l'arte di trasformare la sostanza", indica il claim della mostra. Per sei mesi e sotto gli occhi del pubblico, Pasqualini e il suo team realizzeranno la vettura fuoriserie, concepita come un'opera d'arte unica, antitesi alla produzione di massa. I visitatori del Mauto possono così scoprire le fasi essenziali del processo creativo: dalla modellazione iniziale dei volumi al montaggio finale.
 

La finalità è riproporre la cultura della produzione artigianale, vetture semplici fatte con metodi tradizionali e materiali classici: alluminio, acciaio, legno, tessuti, niente plastiche. Essenziale ha lo stile delle berlinette anni 50 e 60, dopo il modello di stile si passerà al mascherone in legno prima di applicare le varie lastre lavorate. Solo telaio e motore, per motivi di omologazione, sono ricavati da una vetture di serie bavarese.
 

Il marchio Testadoro apparteneva a una casa costruttrice di automobili attiva a Torino dal 1946 al 1949. Venne utilizzato per la prima volta su una speciale testata per motori (originariamente Fiat 508 Balilla) progettata dall'ingegner Arnaldo Roselli a fine Anni Trenta. Il termine Testadoro derivava dal caratteristico colore della testata stessa, fusa originariamente in bronzo. Con l'ingresso in azienda di Giorgio Giusti, la testata venne prodotta anche per la più popolare Fiat 500 Topolino, il che consentì una maggiore diffusione del prodotto. E vennero prodotte anche nove vetture da corsa con il marchio Testadoro. La Sport, la Drin-Drin, la Marinella e la Daniela corsero le più importanti gare dell'epoca. In particolare stupì la Testadoro Daniela, con motore da 742 cc, 45 CV, telaio tubolare e carrozzeria curata da Elio Zagato, pilota ufficiale della "Squadra Testadoro" con altri nomi illustri come Nuccio Bertone, Gino Valenzano, Ugo Puma, Aquilino Branca. Giusti chiuse la Testadoro nel 1949, dopo la tragica morte in un incidente del socio Arnaldo Roselli.
 

Il marchio è rimasto inattivo per quasi 70 anni, finché nel 2017 Dario Pasqualini lo ha scoperto e rilanciato, rilevandolo due anni dopo. La prima creatura della rinascita è la Barchetta 1951, il completamento di un progetto che era rimasto incompiuto dal 1951. Si tratta di una barchetta progettata per la classe 1100 Sport Internazionale, dotata di un motore originale Fiat 1100 B profondamente modificato secondo le specifiche Testadoro. La carrozzeria è bassa e filante, unita ad un telaio con longheroni in tubi d'acciaio.

 

Piero Bianco

 



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