UNA FERRARI DIFFICILE DA CAPIRE E' FRA LE MONOPOSTO PIU' LENTE IN OLANDA E NORRIS PRECEDE VERSTAPPEN

25/08/23


Carlos Sainz a colloquio con i tecnici nel box di Zandvoort per studiare l'assetto della SF-23 per le qualificazioni
 

Se la Ferrari fosse un’equazione, sarebbe ben difficile da sviluppare o decifrare. Imperscrutabile. Parafrasando una frase ormai leggendaria uscita dai box del Cavallino, direi «Dobbiamo capire». A quasi un mese dall’ultima gara, dopo il terzo posto ottenuto da Leclerc in Belgio (che aveva ottenuto lo stesso risultato lo scorso anno qui a Zandvoort) nella prima giornata di prove disputata in Olanda, quasi nessuno è riuscito a interpretare le prestazioni della SF-23. Il pilota monegasco sedicesimo nella prima sessione dominata da Verstappen, con il giovane Schwarzman che ha sostituito Sainz, nell’ambito del programma di apprendimento dei piloti giovani dell’Academy, in diciannovesima posizione. In quella del pomeriggio che ha visto il miglior tempo, a sorpresa di Lando Norris con la McLaren che ha staccato il campione della Red Bull di 21 millesimi.
 

E la Ferrari? Leclerc 11° a quasi 6 decimi (che molto su un circuito cortissimo come quello olandese) e Sainz 16°. Più lente di quasi tutti nei due primi settori del tracciato, le ‘rosse’ sono risultate nettamente le migliori in fatto di velocità massima raggiunta con Charles che ha anche segnato il record nel terzo ed ultima parte della pista. Una prestazione stupefacente, tanto è vero che qualche commentatore in televisione, ha ipotizzato, scherzando, che la Scuderia stesse facendo del test in vista della gara di Monza della prossima settimana. Verstappen intanto ha detto di non essere preoccupato per la sfida dell’importantissima qualificazione odierna in programma dalle ore 15.
 

Sarà comunque lotta serratissima per la griglia di partenza del GP, considerato che molte squadre si sono dimostrate in forma come Mercedes, McLaren e anche l’Aston Martin, che è l’unica ad avere portato qui molte modifiche aerodinamiche per fondo ed estrattore. Ci sono state anche diverse uscite di pista, una grave perché Ricciardo ha schiacciato la sua AlphaTauri contro le protezioni, prendendo una forte botta alla mano sinistre. L’australiano è stato portato prima al pronto soccorso e quindi in ospedale per accertamenti approfonditi. Si teme una frattura al polso, che se accertato potrebbe costringere Daniel a dare forfeit In questo caso il suo posto potrebbe essere preso dal terzo pilota della squadra di Faenza, il ventunenne neozelandese Liam Lawson, che fa parte dello Junior Team della Red Bull. Incidente anche per Piastri, ma danni pesanti solo per la sua McLaren.
 

Tornando alla Ferrari, aggiungendo alle dichiarazioni di Fred Vasseur dei giorni scorsi con il team principal il quale ha prospettato che ci vorranno «fino a 4 anni per tornare a vincere», quelle rilasciate da Enrico Cardile, si può aprire uno scenario più preciso.  «Sviluppando la SF-23 - ha detto il quarantottenne aretino, laureato in ingegneria spaziale a Pisa e appena nominato direttore tecnico della squadra -, abbiamo realizzato che alcune scelte hanno limitato lo sviluppo aerodinamico. La prossima macchina non sarà un’evoluzione di questa come la SF-23 lo è stata della F1-75. Il telaio e la parte posteriore saranno diversi per favorire lo sviluppo aerodinamico. Per noi è apparso, fra simulazioni e galleria del vento, perfettamente chiaro quello che abbiamo sbagliato. Sappiamo quali sono le nostre debolezze. Non siamo nella terra di nessuno. Ora si tratta di adeguare le caratteristiche della macchina per raggiungere i nostri obiettivi. Pensiamo che la nostra debolezza principale sia nelle caratteristiche aerodinamiche della monoposto. Tutti gli sforzi sono diretti a migliorarle. Vediamo dei passi in avanti, ma il ritmo in gara comunque non è ancora soddisfacente. Siamo troppo lontani dalla Red Bull. Abbiamo altri aggiornamenti in arrivo. Dalla sosta per le vacanze, però lavoriamo interamente sulla prossima macchina».
 

Tutti si chiedono, ci chiediamo, quale sia il punto di forza della Red Bull che va ad assommarsi alle qualità di Verstappen. Io che sono ignorante e anche un po’ attempato, seguendo le corse d’auto e anche il prodotto, ho sempre saputo che conta il CX, cioè il coefficiente di penetrazione di un corpo solido in un fluido, in questo caso l’aria. Può incidere su tutto: accelerazione (insieme alla meccanica, ovviamente), velocità massima e anche usura delle gomme. Il problema è quello di ottenere il miglior coefficiente in tutte le condizioni, cioè con macchina impennata o puntata verso il basso. Oppure in frenata. E ci vuole anche una soluzione aerodinamiche che sia il meno sensibile al vento possibile. E’ questo il segreto della Red Bull? Bisognerebbe chiederlo al progettista inglese Adrian Newey. Ma non credo che il ‘mago’ abbia voglia di spiegare i suoi ‘trucchi’.
 

Cristiano Chiavegato

 

I TEMPI DELLA SECONDA SESSIONE DI PROVE

1  Norris           (McLaren) 1’11’’330

2. Verstappen       (Red Bull) a 23/1000

3  Albon            (Williams)      a 269 

4. Hamilton         (Mercedes) a 308

5  Tsunoda          (AlphaTauri) a 390

6  Gasly            (Alpine) a 436  

7  Perez            (Red Bull) a 487

8  Stroll           (Aston Martin) a 505

9  Bottas           (Alfa Romeo) a 527

10 Alonso           (Aston Martin) a 533

11 Leclerc          (Ferrari) a 585

12 Sargeant         (Williams) a 604

13 Ocon             (Alpine) a 671

14 Russell          (Mercedes) a 679

15 Zhou             (Alfa Romeo) a 744

16 Sainz            (Ferrari) a 763

17 Magnussen        (Haas) a 1’’074

18 Hülkenberg       (Haas) a 1’’363 

19 Piastri          (McLaren) a 1’’571

20 Ricciardo        (AlphaTauri) a 1’’766 



← Vedi l'archivio delle news